lunedì 29 ottobre 2007



Da qualche tempo c’è più gente nei cimiteri (voglio dire i visitatori, non sottoterra). È un nuovo turismo in rapida crescita, e senza strategie di marketing, anzi anche gli esperti sono stati presi di sorpresa: quando due anni fa il Touring Club Italiano decise di stampare una guida ai cimiteri (“Cimiteri d’Europa. Un patrimonio da conoscere e restaurare”), nelle riunioni in redazione non mancarono motti di spirito e gesti scaramantici, ma la tiratura andò esaurita in poco tempo. Nel frattempo, negli Stati Uniti, “Cemetery Walk” di Minda Powers-Dougles, che racconta un viaggio tra i semplici cimiteri di campagna americani, è diventato un best seller, così come “The Tombstone Tourist” di Scott Stanton, che ha invece ricercato le tombe di grandi musicisti del ‘900. Quest’ultimo ha anche aperto la discussione sul nome da dare a questi turisti di nuovo tipo: “Taphophiles”? “Cemetery enthusiast”? “Grave hunter”? “Graver”?
Perché si visitano i cimiteri? Naturalmente - e non da oggi - si visitano i cimiteri monumentali (a Milano, ma anche lo Staglieno a Genova, o San Michele su un’isola di Venezia ecc.
http://www.significantcemeteries.net/): è un punto di vista diverso dal solito, non banale, per conoscere una città. In casi come il Père Lachaise, il primo e più famoso cimitero moderno d’occidente, l’attrattiva maggiore sono soprattutto le tombe di personaggi famosi: Abelardo ed Eloisa, Chopin, Marcel Proust, Oscar Wilde, Honoré de Balzac, Sarah Bernhardt, Jim Morrison (http://www.findagrave.com/). Anche troppi, se pensiamo che basta una celebrità per fare la fortuna di un cimitero sin lì sconosciuto, come Fremantle, in Australia, dove è sepolto Bon Scott, il leggendario leader degli AC/DC trovato morto nell’auto di un amico dopo una notte alcolica. La sua tomba è oggi visitata da migliaia di fan (si spera non per imitarne esempio, come auspicava Foscolo), e qualcuno ha anche rubato la lapide (souvenir?). A volte la morte dà spettacolo di sé, come nelle catacombe di Parigi, o nel cimitero sotterraneo dei Cappuccini a Palermo. Da sempre si visitano poi cimiteri di stranieri, a cominciare da quelli bellissimi degli Inglesi a Firenze e Roma, in memoria dei molti viaggiatori che tra ‘’800 e ‘900 vi soggiornarono a lungo, e scelsero di restarvi per l’eternità. Altri non ebbero invece l’opportunità di scegliere il loro destino, come le migliaia di soldati raccolti nei cimiteri di guerra (la visita più interessante è senza dubbio a Montecassino). Ci sono poi i cimiteri di minoranze, a cominciare da quelli ebraici: il più famoso è quello di Praga, dove si è sopperito alla mancanza di spazio sovrapponendo le tombe strato su strato, con un effetto fortemente evocativo.
Gli esempi e le tipologie potrebbero continuare, ma i nuovi visitatori riprendono solo in parte queste motivazioni consolidate, e non sono neppure molti quelli che coltivano un gusto macabro per i luoghi di morte. Nella maggior parte dei casi questi turisti prediligono invece cimiteri poco noti, semplici, quotidiani. Passeggiano lungo i vialetti come se si trovassero in un giardino, e riconoscono piante, fiori, uccelli. Si accostano rispettosi alle tombe di sconosciuti, e provano a ipotizzare genealogie, e a ricostruire altre vite, sino a quel momento completamente estranee. Osservano piccoli gesti di pietà ed esercizi di memoria. Leggono le iscrizioni, apprezzano e meditano le più riuscite, colgono ingenuità e involontarie ironie. Contemplano i monumenti, e la loro battaglia, perduta in partenza, contro la corruzione (niente decade rapidamente come una tomba trascurata). Insomma, in forme diverse, riflettono sul passato, sul tempo e sulla morte. Un esercizio per il quale non mancano opportunità. Infatti, per ogni cimitero famoso, molti altri possono essere una scoperta personale, a volte a poca distanza da casa. E, in attesa del Giudizio universale, l’offerta dovrebbe essere garantita, dal momento che in Italia soltanto ci sono circa 16.000 cimiteri, per un totale di 100 milioni di tombe. Almeno questo è un settore del turismo al riparo dalla crisi...

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