L’arrivo del primo freddo risveglia fantasie esotiche, e poi c’è l’urgenza di trovare regali di Natale dell’ultima ora: mescolate il tutto e otterrete un caratteristico prodotto di stagione, e cioè i libri fotografici di grande formato dedicati ai viaggi. La probabilità che siano lo specchio fedele del mondo attuale è più o meno pari all’esistenza di Babbo Natale, ma da qualche tempo i prezzi sono diventati più abbordabili, e sono tutto sommato piacevoli da sfogliare. Il più caratteristico può essere considerato “Viaggiare. Mete da sogno per tutto l’anno” (Mondadori, Milano, pp.336, € 39,00) che propone appunto le destinazioni nei cinque continenti preferibili in ciascun mese, ma è poi anche onesto nell’indirizzare verso il più frequente uso domestico: “accomodatevi in poltrona”... “Il libro dei viaggi. Tutti i Paesi del mondo” (EDT, Torino, pp.446, € 49,00) è invece costruito in ordine alfabetico, con qualche curiosa sequenza (Sri Lanka-Stati Uniti) e l’Afghanistan in prima posizione tra le destinazioni: ma non comincerei da lì il vostro programma per la prossima stagione. Le immagini però sono più mosse, e lo spirito Lonely Planet lo rende un po’ meno “turistico”. Piacevole anche “Europa. Le strade del sogno” (Mondadori, Milano, pp.768, € 48,00), una serie di più realistici itinerari nel nostro continente, con uno sforzo apprezzabile di legare in un unico viaggio tematico anche Paesi diversi: un’intuizione da sviluppare.
Molto più che belle immagini nell’ultimo carnet di viaggio di Stefano Faravelli: “India. Per vedere l’elefante” (EDT, Torino, pp.110, € 35,00). Il pittore torinese, nel corso di un lungo viaggio, ha ritratto in splendide tavole i luoghi sacri alle diverse religioni dell’India: la Varanasi indù naturalmente; la Dehli dei grandi monumenti moghul e delle più nascoste confraternite sufi; il Tempio d’oro dei Sikh ad Amritsar; Lucknow città scita; i pellegrinaggi buddisti a Sanchi; i volti e i riti dei Parsi, gli ultimi zoroastriani, per le strade di Bombay; i Jaina a Shravanabelgola, ma anche la Goa gesuita con le sue chiese tridentine, o la piccola e struggente Sinagoga di Mattancherry. Diverse visioni di Dio che attraverso la loro sempre precaria ma durevole convivenza costituiscono il grande elefante mistico che dà il titolo al libro. La tecnica pittorica eccellente è sostenuta da una riflessione partecipe, e dalla consapevolezza, oggi così necessaria, di quanto le diverse religioni abbiano radici comuni, e una lunga storia di confluenze, prestiti, scambi.
Per quanto è dato intravedere, proprio la religione sarà l’ispirazione di molti dei viaggi più interessanti del prossimo anno. La guida ideale è allora senza dubbio la nuova edizione di “Abbazie, monasteri e luoghi dello spirito” (Touring Editore, Milano, pp.272, € 18,00) una selezione di conventi dove è possibile isolarsi dal mondo per pregare, o anche solo meditare. È una forma di viaggio antica, poiché i monasteri hanno sempre aperto le loro porte ai pellegrini, e al tempo stesso moderna, riscoperta negli ultimi anni da visitatori desiderosi di spazi di silenzio e di pensiero. Una scelta che, di nascosto dai media, ha coinvolto dapprima decine, poi centinaia e migliaia di turisti. Naturalmente ci vuole la giusta motivazione - non è certo una vacanza “tutto compreso” - ma quanto, quando e come condividere la vita dei religiosi è quasi sempre lasciato alla libera scelta, e ci sono anche momenti più disimpegnati, come il consumo e l’acquisto degli ottimi prodotti naturali preparati dai monaci: marmellate, miele, liquori, tisane, olio e vino ecc. Mi piace ricordare qui, per averlo visitato di persona, il Convento di Bose (www.monasterodibose.it), uno dei luoghi dove è più vivo lo spirito del dialogo ecumenico nel Cristianesimo contemporaneo. Bose è nella bella piana della Serra di Ivrea scandita da chiese romaniche, ma anche nel resto d’Italia i monasteri sono spesso in luoghi splendidi per arte, storia e natura. La Guida indica anche le mete di pellegrinaggio, e le case di accoglienza, spesso nelle città d’arte, che offrono invece ospitalità professionale a buon prezzo, in forme più simili a quelle degli alberghi. Insomma, si va da dio...
Molto più che belle immagini nell’ultimo carnet di viaggio di Stefano Faravelli: “India. Per vedere l’elefante” (EDT, Torino, pp.110, € 35,00). Il pittore torinese, nel corso di un lungo viaggio, ha ritratto in splendide tavole i luoghi sacri alle diverse religioni dell’India: la Varanasi indù naturalmente; la Dehli dei grandi monumenti moghul e delle più nascoste confraternite sufi; il Tempio d’oro dei Sikh ad Amritsar; Lucknow città scita; i pellegrinaggi buddisti a Sanchi; i volti e i riti dei Parsi, gli ultimi zoroastriani, per le strade di Bombay; i Jaina a Shravanabelgola, ma anche la Goa gesuita con le sue chiese tridentine, o la piccola e struggente Sinagoga di Mattancherry. Diverse visioni di Dio che attraverso la loro sempre precaria ma durevole convivenza costituiscono il grande elefante mistico che dà il titolo al libro. La tecnica pittorica eccellente è sostenuta da una riflessione partecipe, e dalla consapevolezza, oggi così necessaria, di quanto le diverse religioni abbiano radici comuni, e una lunga storia di confluenze, prestiti, scambi.
Per quanto è dato intravedere, proprio la religione sarà l’ispirazione di molti dei viaggi più interessanti del prossimo anno. La guida ideale è allora senza dubbio la nuova edizione di “Abbazie, monasteri e luoghi dello spirito” (Touring Editore, Milano, pp.272, € 18,00) una selezione di conventi dove è possibile isolarsi dal mondo per pregare, o anche solo meditare. È una forma di viaggio antica, poiché i monasteri hanno sempre aperto le loro porte ai pellegrini, e al tempo stesso moderna, riscoperta negli ultimi anni da visitatori desiderosi di spazi di silenzio e di pensiero. Una scelta che, di nascosto dai media, ha coinvolto dapprima decine, poi centinaia e migliaia di turisti. Naturalmente ci vuole la giusta motivazione - non è certo una vacanza “tutto compreso” - ma quanto, quando e come condividere la vita dei religiosi è quasi sempre lasciato alla libera scelta, e ci sono anche momenti più disimpegnati, come il consumo e l’acquisto degli ottimi prodotti naturali preparati dai monaci: marmellate, miele, liquori, tisane, olio e vino ecc. Mi piace ricordare qui, per averlo visitato di persona, il Convento di Bose (www.monasterodibose.it), uno dei luoghi dove è più vivo lo spirito del dialogo ecumenico nel Cristianesimo contemporaneo. Bose è nella bella piana della Serra di Ivrea scandita da chiese romaniche, ma anche nel resto d’Italia i monasteri sono spesso in luoghi splendidi per arte, storia e natura. La Guida indica anche le mete di pellegrinaggio, e le case di accoglienza, spesso nelle città d’arte, che offrono invece ospitalità professionale a buon prezzo, in forme più simili a quelle degli alberghi. Insomma, si va da dio...
Clavis
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