domenica 19 aprile 2009

La metà circa dei beni cruciali per la felicità umana non ha un prezzo di mercato e non si può acquistare nei negozi. Quale che sia il contante e il credito di cui disponete, non troverete in un centro commerciale l'amore e l'amicizia, i piaceri della vita familiare, la soddisfazione di prendervi cura di coloro che amate o di aiutare un vicino in difficoltà, l'autostima per un lavoro ben fatto, la gratificazione dell'istinto di operosità che chiunque possiede, la simpatia e il rispetto dei colleghi di lavoro e delle altre persone con cui avete a che fare; e non potrete ottenere la libertà dalle minacce dell'indifferenza, del disprezzo, delle offese e dell'umiliazione. Inoltre, guadagnare denaro sufficiente per potersi permettere quei beni che si possono trovare solo nei negozi incide molto sul tempo e sulle energie che restano per procurarsi e godersi beni come quelli sopra elencati, che non vengono prodotti per il mercato e non sono in vendita.

Zygmunt Bauman, "L'arte della vita"

Chissà perché poi proprio la metà (vedi inizio) ma il resto è da sottoscrivere per intero. Come sa chi ha provato. E chi non ha provato non sa, per definizione.

1 Comments:

At 9:55 AM, Blogger Anna Maspero said...

...mi permetto di riportare uno stralcio da A come Avventura...
FELICITA'
La sofferenza incontrata lungo le strade del mondo, quella vera e senza speranza, ci servirà forse per capire che la felicità non è un nostro diritto costituzionale, ma più verosimilmente un dovere, visto che abbiamo un lavoro, guadagniamo più di due dollari al giorno, consumiamo tre pasti quotidiani, disponiamo di acqua ed elettricità, sappiamo leggere, godiamo di un trattamento previdenziale e di fondamentali libertà politiche. Apparteniamo in altre parole alla ristretta élite del 4% privilegiato della popolazione mondiale che soddisfa tutte queste caratteristiche (dati tratti da un articolo del Corriere della sera del 2005) apparentemente così normali e scontate. Non avremo cambiato il mondo, ma forse saremo cambiati noi.
ciao, Anna

 

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