martedì 27 giugno 2006


Ed ecco anche le prime osservazioni di Andrea Bocconi.
Per cominciare, è assolutamente indispensabile: Scarpe buone e un quaderno d'appunti: come fare un reportage, di Anton Cechov (edizioni minimum fax 2004, pp.179, € 7,50).
Il viaggio del medico scrittore all'isola di Sachalin è pieno di istruzioni per imparare a guardare, ascoltare, scrivere: prezioso per gli studenti e per gli studiosi.
Poichè tralascia le istruzioni sulla penna, ve ne passo una curiosa: se rischiate di cadere in acqua - causa guadi, urugani, naufragi - usate il lapis: magari voi non vi salverete, ma i vostri pensieri, una volta asciugati, saranno di nuovo leggibili. Non è detto che sia un bene.

6 Comments:

At 11:27 PM, Anonymous Anonimo said...

Di ora in ora cresce l'entusiasmo leggendo queste mail e già si assapora il viaggio. La sensazione è che il viaggio è già iniziato. Le aspettative si muovono in un turbinio di vita che agita, scuote pur rimanendo fermi, seduti davanti al computer...bella sensazione!La stessa che si prova stando su un treno, spettatori immobili
di un viaggio ancora tutto mentale..ma.."eppur si muove"!
sara lonati

 
At 5:08 PM, Anonymous Anonimo said...

quando si deve compiere un viaggio si comincia a pensarci molto tempo prima, ci si figurano luoghi, persone, eventi... a volte l'immaginazione si mangia il terreno della reltà; io cerco sempre di limitarmi perché ho paura di rimanere delusa ma non riesco mai a farlo davvero... cosa succederà questa volta?

Susanna, unipi

 
At 12:05 PM, Anonymous Anonimo said...

Il commento di Susanna mi fa riflettere...in effetti, capita troppo spesso anche a me di affrontare un viaggio cercando sempre di anticipare tutto nella mia mente, cercando di non lasciar spazio all'incerto, all'inaspettato, quasi "obbligandomi" a seguire un corso degli eventi determinato già in partenza. E questo m'impedisce di vivere fino in fondo la situazione di cambiamento e di novità creata dal viaggio, è come se vivessi quell'esperienza "col freno tirato", ponendomi limiti di fatto inutili. Una poesia di Montale intitolata Prima del viaggio (nella raccolta Satura) termina così: E poi si parte e tutto è O.K. e tutto / è per il meglio e inutile / E ora che ne sarà del mio viaggio? / Troppo accuratamente l'ho studiato / senza saperne nulla. Un imprevisto / è la sola speranza. Ma mi dicono / ch'è una stoltezza dirselo.
Non intendo dire che un viaggio non debba essere preparato, meditato, desiderato, lo riterrei un errore ancora più grave…arriverò certo alla partenza per Marsala con la mia “valigia” piena di aspettative e riflessioni, ma pure con la voglia di lasciarmi sorprendere, di mettere in discussione ogni mia idea e di accogliere senza reserve quello che mi capiterà (e se dovrò cadere in acqua…beh, in Sicilia il sole per fare asciugare i pantaloni non mancherà!).

 
At 5:31 PM, Anonymous Anonimo said...

Anche per me è stato inevitabile riflettere su questo dilemma…è un rompicapo che mi ha portato a concludere che possiam preventivamente costruirci tutte le versioni del viaggio a Marsala che vogliamo o che ci si formano in mente senza volerlo, ma la realtà sarà quella che non sappiamo. Quindi l’imprevisto non è la sola speranza. È una conclusione banale e scontata ma non ci pensavo affatto mentre anch’io ero occupata a perdermi nei meandri dell’immaginazione. La mia proposta è di metterci in discussione già quando pensiamo alla valigia, così se proprio ci sarà sfuggito dentro qualcosa di più che là ci verrà voglia di scaraventare in mare-ovviamente in senso lato-, potremmo sempre barattarlo con qualcuno o qualcosa di diverso (magari qualcuno riciclerà la nostra cianfrusaglia preservando così anche il mare!)

 
At 10:07 PM, Anonymous Anonimo said...

anch'io come elena ho immediatamente pensato a quella poesia di montale. L'ho letta e riletta e di colpo le fantasie, i progetti e le aspettative si sono placati: tutto inutile, non resta che anelare l'imprevisto. "Prima del viaggio" è una poesia che ha per me la forza di smorzare ogni entusiasmo mettendoci di fronte alla nuda Verità di uomini in viaggio, in attesa DEL Viaggio, del congedo a lungo preparato, magari anche cerimoniosamente, come diceva Caproni.
Mi è poi venuta in mente un'altra poesia (già che siamo nel discorso) che penso possa tratteggiare velocemente quello che si distenderà davanti ai miei occhi quando vedrò la sicilia per la prima volta..."Sotto le rocce di Tindari" di Cattafi tratta da "L'aria secca del fuoco", in cui peraltro sono molte le poesie che parlano della sicilia, raccontandola candidamente nella sua asprezza ed eterogenea ricchezza.
sara unipv

 
At 12:58 PM, Anonymous Anonimo said...

Penso che si debba viaggiare senza farsi troppe idee sul luogo che si conoscerà. Generalmete quando viaggio tendo a documentarmi su ciò che la zona offre dal punto di vista artistico, storico ... culturale in poche parole. tuttavia non riesco a immaginare le persone che incontrerò. In questo modo è sempre una sorpresa!!
Giuliana Guidotti

 

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