Paolo Paci
"Evitare le buche più dure. Vent'anni di viaggi al contrario"
Feltrinelli Traveller 2006, pp.364, Euro 16,00.
Un racconto itinerante lungo vent’anni, che parte da un umido autunno milanese, nei primissimi anni ottanta, e si disperde negli angoli più remoti del pianeta. L’esperienza è raccontata da un giornalista di viaggio, che entra alle prime armi nel mondo fasullo e abbacinante delle riviste patinate, e si trova a dover letteralmente reinventare i luoghi dei reportage, a uso di inserzionisti pubblicitari e direttori conniventi. La mistificazione è nelle parole, ma soprattutto nelle fotografie, che offrono ai lettori l’immagine di un mondo sognato e forse mai esistito. Modello esemplare di questo mondo sono i villaggi turistici, che proprio negli anni ottanta conoscono la più grande fortuna. Ma anche la mistificazione ha un limite, e brandelli di verità traspaiono sempre più frequenti nel corso dei reportage. È dunque su questo doppio binario, verità/menzogna, che il giornalista rivive le sue esperienze: in città tra loro lontanissime come Seattle, Bangkok, Gerusalemme; non-luoghi turistici come le Maldive, i Caraibi, le Hawaii; paesi difficili e poco battuti come il Camerun, l’Ecuador, il Venezuela, il Sud algerino; temi diversi come il rito del tè a Kyoto o la Maratona di New York, ma anche divertenti viaggi nella Vecchia Europa e in alcune sorprendenti regioni italiane. Il racconto rimbalza costantemente tra la realtà dei paesi visitati e l’immagine ricreata sulle pagine della rivista, svelando i meccanismi con i quali si “costruisce” un reportage di viaggio, insieme a fotografi complici e amici, con i quali si condividono fatiche, progetti, bugie. Il racconto si interrompe nel 2001 con l’attentato alle Twin Towers, che segna il crollo del turismo mondiale e, in qualche modo, la fine del giornalismo di viaggio. Che però risorgerà, come fenice dalle sue ceneri.
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