domenica 20 luglio 2008


Il 31 agosto 2007 è una data memorabile nella storia dell’aviazione, anche se pochi se ne sono accorti: quel giorno nei cieli europei si sono incrociati ben 33.500 voli low cost. Una rivoluzione in pieno svolgimento che sta cambiando radicalmente la mobilità europea, e attraverso questa la geografia, la società, l’economia, gli stili di viaggio. È percio utile il libro del giornalista Emanuele Giusto che, per quanto un po’ ripetitivo in alcune parti, propone un quadro d’insieme completo e alla portata di qualunque lettore.

Un modello diverso

Il viaggio di Giusto, che dà il titolo al libro, prova che il low cost è uscito dalla sua fase sperimentale, ed è qui per restare. Basti pensare che ogni anno circa duecento milioni di persone volano a basso costo in Europa, dove trenta compagnie si dividono questo mercato, che vale un terzo del trasporto aereo complessivo. Anche se il modello low cost è nato negli Stati Uniti con la compagnia Southwest, solo nel nostro continente sono disponibili così tanti voli, e a un prezzo così basso. Tra le 50 ragioni per amare l’Europa, Beppe Severgnini metteva i “voli aerei a buon mercato. Per un coppia di Varese, un weekend a Varsavia costa meno di una cena in città”. Nel 2007 Ryanair, la principale compagnia low cost europea, ha trasportato 42,5 milioni di passeggeri (British Airways “solo” 27 ml) con 163 aerei e 620 voli al giorno, collegando 120 destinazioni, e con un costo medio del biglietto di appena 44 euro (contro i 186 di Alitalia, per esempio). Alla base di questo successo c’è un modello d’impresa diverso da quello delle tradizionali compagnie di bandiera. La flotta è composta da aerei nuovi, così da ridurre i consumi, e dello stesso tipo, per risparmiare sui costi di manutenzione. Hanno però più posti a sedere (sono quindi un po’ più scomodi), e un’unica classe turistica. In media volano di più e con più posti occupati. Anche il personale lavora di più, ed è pagato di meno. Ogni altro costo o servizio non strettamente indispensabile viene implacabilmente tagliato (No frills); il ricorso a Internet elimina la necessità di intermediari, e l’utilizzo di aereoporti secondari riduce ulteriormente i costi. La sicurezza è allo stesso livello di tutte le altre compagnie, anzi maggiore, dato che gli aerei sono più moderni. E anche la puntualità, necessaria per garantire più voli al giorno, è superiore alla media.

Uno sguardo al futuro

Le compagnie low cost sono sopravvissute a colpi durissimi - l’11 settembre, l’aumento del costo del carburante ecc. - che hanno invece messo in ginocchio molte compagnie tradizionali. Si avviano ormai a monopolizzare i voli diretti a corto raggio (point to point), mentre cercano un modello organizzativo che consenta loro di aggredire anche il mercato dei voli intercontinentali, dove però non sembra possibile trasferire le logiche sin qui sperimentate. E se in passato erano considerate compagnie per giovani squattrinati, oggi i loro sforzi maggiori sono rivolti a chi viaggia per lavoro (un terzo della clientela low cost), con offerte mirate alle aziende piccole e medie, interessate a contenere i costi, ma anche alla puntualità.
L’orizzonte insomma è roseo, ma caldo. L’incognita principale è rappresentata infatti dai problemi ambientali, e in particolare dal riscaldamento globale, che si vorrebbe contenere anche con restrizioni ai voli (dal 2011). Le compagnie low cost reagiscono con irritazione a queste misure, rivendicando giustamente che i loro aerei consumano e inquinano meno dei vecchi modelli; ma il vero problema è che queste compagnie provocano una crescita esponenziale del numero dei voli, poiché solo facendo volare milioni di passeggeri possono sostenersi.

Un nuovo stile di viaggio?

Le compagnie low cost hanno introdotto nell’ambito dei viaggi nuovi consumi, che sono presto diventati anche nuovi stili di vita. L’equivalente per le passate generazioni furono i biglietti ferroviari cumulativi InterRail (www.interrailnet.com), che consentivano epici viaggi estivi di mesi, ai quali seguivano lunghi periodi di immobilità. Per la nuova generazione – che veste Zara, arreda la casa con Ikea, e telefona con Skype - volare spesso in un Paese straniero è invece un’esperienza quasi banale. Il concetto di distanza si ridefinisce, e famiglia, lavoro, amore, amicizie sono sempre più spesso separati nello spazio anche da centinaia di chilometri. Per esempio chi lavora al Nord acquista seconde case in Francia o in Spagna nei pressi degli aereoporti serviti dalle compagnie low cost, e vi trascorre quasi tutti i fine settimana. Per beneficiare delle tariffe più favorevoli, questi nuovi viaggiatori programmano con largo anticipo, ma sono anche pronti a cogliere occasioni last minute, e seguendo le lusinghe di una tariffa scontata vanno spesso alla scoperta di luoghi che non avrebbero mai pensato di visitare. Il viaggio diventa insomma più breve e frequente: alla fine il risparmio svanisce e si finisce per spendere lo stesso, ma viaggiando di più. I giovani cresciuti con Internet e l’Erasmus, che hanno reti di amicizie nelle diverse città europee, si ambientano facilmente, per gli altri un certo spaesamento è forse inevitabile. È nata la Low Cost Generation?

Alcuni consigli per muoversi nel mondo low cost

- Aspettatevi lunghe file al check-in, e qualche volta orari di partenza improbabili. Arriverete probabilmente in aereoporti distanti dalla città (per esempio Beauvais è a 70 km da Parigi), mettete quindi in conto un’ora di autobus aggiuntiva e 20 euro di biglietto.
- Per beneficiare delle offerte low cost occorre avere parecchio tempo da spendere navigando in Internet, e un quadro ben chiaro dei propri impegni: infatti i biglietti a minor prezzo vengono offerti tra 70 e 50 giorni prima della partenza. All’ultimo momento i prezzi possono salire alle stelle (se l’aereo è pieno) o scendere al minimo (se è vuoto).
- I prezzi delle compagnie low cost non saranno sempre quelli pubblicizzati, ma sono davvero bassi; e la nuova normativa obbliga ora a indicare il prezzo finale, tasse incluse. Attenzione però ai vari e fantasiosi sovrapprezzi, che possono far lievitare di parecchio un biglietto. Per esempio si paga per utilizzare la carta di credito, così come per ogni bagaglio stivato, che non deve superare un peso fissato (di solito 15 kg): un piccolo sovrappeso può costare carissimo (anche 6-10 € per chilo!). Leggete con attenzione le pagine web, il sistema spesso seleziona in automatico alcune voci di spesa non indispensabili, quali le assicurazioni.
- Non aspettatevi servizi che non siano strettamente concordati, né eccezioni di sorta: l’aereo partirà senza di voi se siete in ritardo (anche senza colpa). Spostare il volo o cambiare intestario del biglietto è mission impossible, perciò se qualcosa va storto, meglio metterci una pietra sopra: di solito i reclami cadono nel vuoto, e le compagnie low cost spesso non hanno neanche un centralino!

Emanuele Giusto, “Il giro d’Europa con 30 Euro* (*168,98 tasse incluse). Low Cost, istruzioni per l’uso”, Feltrinelli, pp.224, € 13,00

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