Oltre mille anni fa i navigatori arabi chiamarono “Serendip” l’isola oggi conosciuta come Sri Lanka (o Ceylon). Da qui è derivato il termine “Serendipity”: significa scoprire una cosa mentre se ne cerca un’altra. È anche il caso di questa guida - Marco Moretti, «Sri Lanka e Maldive», De Agostini, pp.344, € 16,50 - che nasconde una storia curiosa. Com’è noto lo Sri Lanka fu duramente colpito dallo tsunami del 26 dicembre 2004. La solidarietà degli Italiani fu immediata: in appena due settimane vennero raccolti con i soli sms 28 milioni di euro, cui si aggiunsero altre donazioni, sino a toccare quasi i 50 milioni. Le novità rispetto a poco edificanti vicende passate furono la concordia tra i promotori, e la decisione di affidare questo denaro alla Protezione civile, già attiva sul campo per l’emergenza. Nei tre anni successivi furono costruiti ospedali, scuole, case, servizi, e riavviate molte attività produttive. Alla conclusione dei lavori è stata presentata una rigorosa documentazione (www.emergenzamaremoto.org), e con gli ultimi fondi è stata realizzata per l’appunto questa guida turistica del Paese, che invita i turisti a tornare in Sri Lanka per sostenere in altro modo, con le loro spese, la ripresa, e al tempo stesso verificare quanto è stato fatto.
A dire il vero gli Italiani preferiscono di solito vacanze di sole e mare nelle vicine ma diversissime Maldive, descritte anche in questa guida: 100.000 visitatori l’anno, il contingente nazionale più numeroso (un buono spunto di riflessione). Non tutti sanno peraltro che le Maldive sono governate da un governo ben poco democratico, che segue strettamente la legge islamica, e che isola i turisti in isole interamente riservate a loro, senza alcun contatto col resto del Paese e i suoi abitanti. Un viaggio in Sri Lanka è senza dubbio più variato, specie ora che l’immagine degli Italiani è molto buona. Certo non è un viaggio facile: il Nord e l’Est sono controllati dalle “Tigri Tamil”, e sono quindi sconsigliati ai turisti, anche se i guerriglieri sono da sempre molto attenti, per ragioni di immagine, a non attaccarli. È stato anche sin qui teorico il rischio di rimanere coinvolti in un attentato; è invece sicuro che sarete infastiditi dai molti fastidiosi “acchiappaturisti” (touts).
Lo Sri Lanka offre molti spunti d’interesse: per giungere a Kandy, la capitale culturale nell’interno, dove si conserva il dente del Buddha, la più importante reliquia di quella religione, si attraversa un territorio splendido (Hill Country), tra piantagioni di tè, laghi e cascate, con una puntata d’obbligo al superturistico orfanatrofio degli elefanti. Più a Sud sorge anche il Picco d’Adamo, sacro a quattro religioni, così chiamato perchè qui il comune progenitore sarebbe disceso dal Paradiso terrestre. Fuori dalle vie battute, la città meridionale di Galle ha intatte fortificazioni coloniali olandesi. La guida spazia anche nell’attualità, intervistando cingalesi famosi, come Lester James Peries, il più noto regista locale, che vive in una via a lui già intitolata nella capitale Colombo, e ammira Fellini.
Tutto bene dunque? Sì e no. Inevitabile pensare, magari con un po’ di qualunquismo, che una volta a casa gli Italiani tornano tali, e lo stesso responsabile della Protezione civile che ha ben figurato in Sri Lanka, Guido Bertolaso, ha fallito (come tanti) alle prese con i rifiuti di Napoli: speriamo almeno che i turisti internazionali, in fuga dal nostro Sud, ci apprezzino in Sri Lanka...
A dire il vero gli Italiani preferiscono di solito vacanze di sole e mare nelle vicine ma diversissime Maldive, descritte anche in questa guida: 100.000 visitatori l’anno, il contingente nazionale più numeroso (un buono spunto di riflessione). Non tutti sanno peraltro che le Maldive sono governate da un governo ben poco democratico, che segue strettamente la legge islamica, e che isola i turisti in isole interamente riservate a loro, senza alcun contatto col resto del Paese e i suoi abitanti. Un viaggio in Sri Lanka è senza dubbio più variato, specie ora che l’immagine degli Italiani è molto buona. Certo non è un viaggio facile: il Nord e l’Est sono controllati dalle “Tigri Tamil”, e sono quindi sconsigliati ai turisti, anche se i guerriglieri sono da sempre molto attenti, per ragioni di immagine, a non attaccarli. È stato anche sin qui teorico il rischio di rimanere coinvolti in un attentato; è invece sicuro che sarete infastiditi dai molti fastidiosi “acchiappaturisti” (touts).
Lo Sri Lanka offre molti spunti d’interesse: per giungere a Kandy, la capitale culturale nell’interno, dove si conserva il dente del Buddha, la più importante reliquia di quella religione, si attraversa un territorio splendido (Hill Country), tra piantagioni di tè, laghi e cascate, con una puntata d’obbligo al superturistico orfanatrofio degli elefanti. Più a Sud sorge anche il Picco d’Adamo, sacro a quattro religioni, così chiamato perchè qui il comune progenitore sarebbe disceso dal Paradiso terrestre. Fuori dalle vie battute, la città meridionale di Galle ha intatte fortificazioni coloniali olandesi. La guida spazia anche nell’attualità, intervistando cingalesi famosi, come Lester James Peries, il più noto regista locale, che vive in una via a lui già intitolata nella capitale Colombo, e ammira Fellini.
Tutto bene dunque? Sì e no. Inevitabile pensare, magari con un po’ di qualunquismo, che una volta a casa gli Italiani tornano tali, e lo stesso responsabile della Protezione civile che ha ben figurato in Sri Lanka, Guido Bertolaso, ha fallito (come tanti) alle prese con i rifiuti di Napoli: speriamo almeno che i turisti internazionali, in fuga dal nostro Sud, ci apprezzino in Sri Lanka...
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