Nel caso in cui non l’aveste ancora visto, voglio consigliare un film a Bengi e a tutti i compagni di viaggio, professori e alunni.
Sto scrivendo di “Crossing the bridge – The Sound of Istanbul”.
Per essere più preciso, più che un film questo è un documentario musicale.
Per me è anche qualcosa di più: non dà solo delle informazioni, ma ci insegna un modo di viaggiare che abbiamo considerato in parte anche a Marsala.
Prendendo spunto da una frase di Confucio recitata all’ inizio del film, “quando arrivi in un luogo e vuoi comprenderlo, ascolta la musica che vi si suona”, il protagonista Alexander Hacke arriva a Istanbul con l’intenzione di carpirne un mistero che non ha mai carpito prima, e si sposta nella città come Dante guidato da molti Virgilio che assumono volti e caratteristiche diverse.
Da loro, il musicista tedesco si fa condurre alla “riscoperta” delle differenti musiche della città. Dopo un primo contatto con la preghiera dei muezzin, i clacson e “la musica” della strada dal finestra della sua camera, Alexander & Co. ci portano a sentire le musiche più moderne e giovanili a Beyoğlu, dove il rock turco unisce grunge, noise e psichedelica a suoni e strumenti tradizionali; poi attraversano il ponte (come il titolo ricorda) e giungono sulla costa asiatica dei rapper (mal visti a causa della loro moda “americana”) e dell’elettronica che si unisce alle melodie di musicisti rom e alle danze di una moderna “derviscia”.
Da questo punto inizia poi un viaggio a ritroso alla ricerca delle radici di tali diversità: si arriva così alla musica dei Rom, a quella religiosa dei sufi e alle danze dei dervisci, alle canzoni dei Curdi (del cui popolo vengono accennati i problemi), passando per quella definita “arabesque” (in quanto ricca di stilemi presi dalla musica arabo-egiziana) per giungere poi alle leggende della musica pop-olare turca, Sezen Aksu e Orhan Gencebay.
Durante questi viaggi la gente che Alexander incontra compie un’analisi etnica, sociale e tecnica delle musiche, senza disdegnare delle riflessioni personali su Istanbul, la sua ricchezza caotica e i suoi contrasti. Alexander ha il ruolo di spettatore attento e ricercatore appassionato: ascolta, si fa catturare dalle melodie e dai ritmi, balla e registra tutto grazie ai microfoni e il computer.
Ma ci riuscirà a capire veramente un luogo quando questo è così ricco di musica?
Riuscirà a registrarne il fascino?
A noi, non così ben attrezzati come lui, non resta che lanciarci nel prossimo viaggio armati di un registratore portatile, di quelli che usano i giornalisti oppure quelli che si trovano nei lettori mp3, tanto pratico e discreto quanto basta per poter almeno cercare di catturare qualche sensazione.
(Se mi è permessa una nota personale, io sono rimasto stupito dall’esistenza di alcune canzoni in cui trovo tutto il dolore e la malinconia del blues autentico e la passionalità del flamenco, e di altre irresistibili, che infondo una voglia di ballare o semplicemente tenere il tempo.)
Andrea Giambartolomei
"Crossing the bridge – The Sound Of Istanbul"
Un film di Fatih Akin.
Con Orhan Gencebay, Baba Zula, Orient Expression, Salim Sesler, Alexander Hacke.
Genere Documentario, colore, 90 minuti.
Produzione Germania 2005.
www.crossingthebridge.de