giovedì 5 ottobre 2006


Nel caso in cui non l’aveste ancora visto, voglio consigliare un film a Bengi e a tutti i compagni di viaggio, professori e alunni.
Sto scrivendo di “Crossing the bridge – The Sound of Istanbul”.
Per essere più preciso, più che un film questo è un documentario musicale.
Per me è anche qualcosa di più: non dà solo delle informazioni, ma ci insegna un modo di viaggiare che abbiamo considerato in parte anche a Marsala.

Prendendo spunto da una frase di Confucio recitata all’ inizio del film, “quando arrivi in un luogo e vuoi comprenderlo, ascolta la musica che vi si suona”, il protagonista Alexander Hacke arriva a Istanbul con l’intenzione di carpirne un mistero che non ha mai carpito prima, e si sposta nella città come Dante guidato da molti Virgilio che assumono volti e caratteristiche diverse.
Da loro, il musicista tedesco si fa condurre alla “riscoperta” delle differenti musiche della città. Dopo un primo contatto con la preghiera dei muezzin, i clacson e “la musica” della strada dal finestra della sua camera, Alexander & Co. ci portano a sentire le musiche più moderne e giovanili a Beyoğlu, dove il rock turco unisce grunge, noise e psichedelica a suoni e strumenti tradizionali; poi attraversano il ponte (come il titolo ricorda) e giungono sulla costa asiatica dei rapper (mal visti a causa della loro moda “americana”) e dell’elettronica che si unisce alle melodie di musicisti rom e alle danze di una moderna “derviscia”.
Da questo punto inizia poi un viaggio a ritroso alla ricerca delle radici di tali diversità: si arriva così alla musica dei Rom, a quella religiosa dei sufi e alle danze dei dervisci, alle canzoni dei Curdi (del cui popolo vengono accennati i problemi), passando per quella definita “arabesque” (in quanto ricca di stilemi presi dalla musica arabo-egiziana) per giungere poi alle leggende della musica pop-olare turca, Sezen Aksu e Orhan Gencebay.
Durante questi viaggi la gente che Alexander incontra compie un’analisi etnica, sociale e tecnica delle musiche, senza disdegnare delle riflessioni personali su Istanbul, la sua ricchezza caotica e i suoi contrasti. Alexander ha il ruolo di spettatore attento e ricercatore appassionato: ascolta, si fa catturare dalle melodie e dai ritmi, balla e registra tutto grazie ai microfoni e il computer.
Ma ci riuscirà a capire veramente un luogo quando questo è così ricco di musica?
Riuscirà a registrarne il fascino?

A noi, non così ben attrezzati come lui, non resta che lanciarci nel prossimo viaggio armati di un registratore portatile, di quelli che usano i giornalisti oppure quelli che si trovano nei lettori mp3, tanto pratico e discreto quanto basta per poter almeno cercare di catturare qualche sensazione.

(Se mi è permessa una nota personale, io sono rimasto stupito dall’esistenza di alcune canzoni in cui trovo tutto il dolore e la malinconia del blues autentico e la passionalità del flamenco, e di altre irresistibili, che infondo una voglia di ballare o semplicemente tenere il tempo.)
Andrea Giambartolomei

"Crossing the bridge – The Sound Of Istanbul"

Un film di Fatih Akin.
Con Orhan Gencebay, Baba Zula, Orient Expression, Salim Sesler, Alexander Hacke.
Genere Documentario, colore, 90 minuti.
Produzione Germania 2005.
www.crossingthebridge.de

Cartolina da Marsala, di Vincenzo Cuttitta
(in basso a sinistra Andrea Bocconi, responsabile del Laboratorio di scrittura).

A ogni partecipante alla "Scuola del viaggio" è richiesto di rielaborare una delle cartoline piu' banali del luogo (in questo caso la Cattedrale di Marsala).

mercoledì 4 ottobre 2006

Laura Marchesi, "Il guardiano del pesce"
(dalla "Scuola del viaggio" 2006)

domenica 1 ottobre 2006

Bertinoro (Forli'-Cesena) è la Città dell’Ospitalità, e simbolo della comunità è la "Colonna delle Anella". Nella piazza maggiore, di fronte al Palazzo Comunale si erge una colonna in sasso di San Marino che porta affisse appunto dodici anella. La Colonna risale al XIII secolo, e fu eretta per mettere fine alle dispute che sorgevano fra le famiglie nobili del tempo, ogni qualvolta un forestiero – fosse esso nobile cavaliere od umile viandante – era conteso dalle famiglie perché ognuna lo voleva ospite. Giudo del Duca ed Arrigo Mainardi idearono allora una colonna con tanti anelli, quante erano le famiglie del posto; il forestiero che arrivava in paese e legava il suo cavallo ad una anella o vi appendeva il proprio cappello o bastone, se appiedato, diveniva così ospite della famiglia cui apparteneva l’anella. Quindi si lasciava alla sorte decidere presso quale famiglia il forestiero fosse ospite. La Colonna venne rimossa dalla piazza nel 1570, ma nel 1922 ne furono ritrovati i resti, e si decise di ricostruirla. Da allora ogni anno, la prima domenica di settembre, si tiene a Bertinoro la Festa dell’Ospitalità.