Nel 1820 il grande navigatore francese Jules Sébastien César Dumont d’Urville (1790-1842) sosto’ nell’isola greca di Milo dove, nella capanna di un contadino, vide la parte superiore della statua conosciuta appunto come Venere di Milo. Il contadino racconto’ di averla trovata tre settimane prima scavando tra i resti di un tempio, e di avervi lasciato il basamento e le braccia della statua. Anche questi pezzi vennero recuperati e inviati al Museo del Louvre, dove pero’ furono smarriti nei magazzini, mentre il busto senza braccia veniva esposto al pubblico tra l’ammirazione generale.
Nel frattempo Dumont d’Urville continuo’ le sue esplorazioni nell’Oceano Australe, e nel 1828, a Vanikoro, ritrovo’ i resti della spedizione di un suo illustre predecessore, La Pérouse. Nel 1840, dopo innumerevoli difficoltà (lo scorbuto a bordo, la nave prigioniera dei ghiacci) scopri’ il continente antartico.
Per una tragica ironia della sorte, quest’uomo che era giunto in capo al mondo, mori’ nel 1842 nel viaggio inaugurale della linea ferroviaria Parigi-Versailles, quando al deragliamento della locomotiva segui’ un incendio che causo’ la morte di tutti i passeggeri.
Nel frattempo Dumont d’Urville continuo’ le sue esplorazioni nell’Oceano Australe, e nel 1828, a Vanikoro, ritrovo’ i resti della spedizione di un suo illustre predecessore, La Pérouse. Nel 1840, dopo innumerevoli difficoltà (lo scorbuto a bordo, la nave prigioniera dei ghiacci) scopri’ il continente antartico.
Per una tragica ironia della sorte, quest’uomo che era giunto in capo al mondo, mori’ nel 1842 nel viaggio inaugurale della linea ferroviaria Parigi-Versailles, quando al deragliamento della locomotiva segui’ un incendio che causo’ la morte di tutti i passeggeri.
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