giovedì 2 novembre 2006

Letture in corso...
Negli ultimi post, e in quelli che seguiranno, un'anteprima dei libri piu' interessanti che troverete in libreria nelle prossime settimane. Con l'impressione sempre piu' forte che il nuovo approccio al viaggio non privilegia piu', come in passato, le destinazioni, quanto piuttosto gli stili di viaggio, i modi di andare per il - o di stare al - mondo...



Paolo Paci

"Evitare le buche più dure. Vent'anni di viaggi al contrario"

Feltrinelli Traveller 2006, pp.364, Euro 16,00.

Un racconto itinerante lungo vent’anni, che parte da un umido autunno milanese, nei primissimi anni ottanta, e si disperde negli angoli più remoti del pianeta. L’esperienza è raccontata da un giornalista di viaggio, che entra alle prime armi nel mondo fasullo e abbacinante delle riviste patinate, e si trova a dover letteralmente reinventare i luoghi dei reportage, a uso di inserzionisti pubblicitari e direttori conniventi. La mistificazione è nelle parole, ma soprattutto nelle fotografie, che offrono ai lettori l’immagine di un mondo sognato e forse mai esistito. Modello esemplare di questo mondo sono i villaggi turistici, che proprio negli anni ottanta conoscono la più grande fortuna. Ma anche la mistificazione ha un limite, e brandelli di verità traspaiono sempre più frequenti nel corso dei reportage. È dunque su questo doppio binario, verità/menzogna, che il giornalista rivive le sue esperienze: in città tra loro lontanissime come Seattle, Bangkok, Gerusalemme; non-luoghi turistici come le Maldive, i Caraibi, le Hawaii; paesi difficili e poco battuti come il Camerun, l’Ecuador, il Venezuela, il Sud algerino; temi diversi come il rito del tè a Kyoto o la Maratona di New York, ma anche divertenti viaggi nella Vecchia Europa e in alcune sorprendenti regioni italiane. Il racconto rimbalza costantemente tra la realtà dei paesi visitati e l’immagine ricreata sulle pagine della rivista, svelando i meccanismi con i quali si “costruisce” un reportage di viaggio, insieme a fotografi complici e amici, con i quali si condividono fatiche, progetti, bugie. Il racconto si interrompe nel 2001 con l’attentato alle Twin Towers, che segna il crollo del turismo mondiale e, in qualche modo, la fine del giornalismo di viaggio. Che però risorgerà, come fenice dalle sue ceneri.


Ivan Illich, "Elogio della bicicletta"

A cura di Franco La Cecla
Bollati Borignhieri, Torino 2006, 104 pp, € 7,00.
il contenuto
Una appassionante e convincente apologia della bicicletta: della sua bellezza e saggezza, della sua alternativa energetica alla crescente carenza di energia e al soffocante inquinamento. Illich nota acutamente che la bicicletta e il veicolo a motore sono stati inventati dalla stessa generazione.Ma sono i simboli di due opposti modi di usare il progresso moderno. La bicicletta permette a ognuno di controllare la propria energia metabolica (il trasporto di ogni grammo del proprio corpo su un chilometro percorso in dieci minuti costa all’uomo 0,75 calorie). Il veicolo a motore entra invece in concorrenza con tale energia. «La bicicletta allarga il raggio d’azione personale dell’uomo, senza limitarne il movimento. Quando non è possibile andare in bici la si spinge a mano. Il ciclista, beneficiario di una comodità senza classi, può addirittura trasportare qualcun altro sulla canna o sul portabagagli».
l'autore
Ivan Illich (1926-2002), filosofo, storico e antropologo.

l'indice
1. Un’illusione fatale. Uno strumento di lusso. La soglia della disintegrazione. L’industria della circolazione.
2. Il prezzo dei tempi. Il credo dell’utente. L’inutilità di accelerare. Il monopolio assoluto dell’industria.
3. Per un mondo tecnologicamente maturo. Virtù della bicicletta. Motori dominanti contro motori subalterni.

martedì 31 ottobre 2006

Gentile professore, è da quando ci siamo lasciati che continuo a viaggiare, non mi sono ancora fermato. Pensi che in Sicilia ci sono restato fino alla metà di agosto, da solo: ho girato tutta la costa occidentale, di nuovo le Egadi, Trapani. Non ho parole per descriverlo. Poi Liguria ed ora Francia. Penso che l' esperienza della Scuola del viaggio mi abbia lasciato parecchio. E di questo sono grato a lei, agli altri docenti e a tutto lo staff che ci ha seguito in quella splendida settimana. A presto. Gabriele Sidoti

lunedì 30 ottobre 2006


La “Scuola del viaggio” inaugura il suo terzo anno d’attività con un ospite d’eccezione, Tony Wheeler, che presenterà “Un giorno viaggiando... The Lonely Planet Story” (EDT, Torino 2006).

L’incontro si terrà a Lugano, lunedi’ 20 novembre 2006, alle 18.30, presso la sede dell’USI (Aula A11).
L’incontro è organizzato in collaborazione con la Biblioteca universitaria di Lugano, EDT Editore, Fondazione Bosca, Hotellerie Suisse Lugano, Master in International Tourism.
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L’avventura umana e professionale di Tony Wheeler inizio’ nel 1973, quando insieme alla moglie Maureen intraprese un lungo viaggio di un anno da Londra all’Australia per la via di terra attraverso l’Asia, lungo la celebre “rotta hippy”. Da quell’esperienza nacque la prima guida, “Across Asia on the Cheap”. Da allora Tony Wheeler ha sempre viaggiato almeno sei mesi l’anno, scrivendo, del tutto o in parte, oltre venti guide Lonely Planet.
Oggi Lonely Planet, che ha da poco festeggiato i 30 anni di attività, è la piu’ importante casa editrice di guide al mondo, con sede in Australia (a Melbourne), e filiali negli Stati Uniti e in Europa.
Lonely Planet dispone di uno staff di oltre 450 dipendenti e 150 autori, ha in catalogo 600 titoli tradotti in 17 lingue, vende 6 milioni di copie ogni anno. Il suo sito – www.lonelyplanet.com – registra 3 milioni di contatti al giorno.
Come ha scritto Tony Wheeler: “Quando producemmo la nostra prima guida 28 anni fa, rifletteva il nostro modo di viaggiare. Non avremmo mai immaginato che il viaggio indipendente sarebbe cresciuto a tal punto, da divenire una parte importante dell’economia globale del turismo."

Alcune curiosità:
- Il nome “Lonely Planet” deriva da un verso della canzone "Space Captain" di Joe Cocker e Leon Russell; o meglio, le parole esatte della canzone erano "Lovely Planet", ma Tony Wheeler credette di capire "Lonely Planet", gli piacque, e anche quando l’equivoco fu chiarito decise di mantenerlo.
- Il New York Times ha definito Tony Wheeler “il santo patrono dei backpacker” e “il piu’ influente viaggiatore del nostro tempo”.
- Quando Tony e Maureen Wheeler arrivarono a Sydney il giorno di Santo Stefano del 1972, dopo il loro primo grande viaggio attraverso l’Asia, avevano in tasca solo 27 centesimi di dollaro. Trent’anni dopo, quando Bill Gates visito’ l’Australia, chiese di incontrare due persone soltanto: il Primo Ministro e Tony Wheeler...